28 gennaio, Giornata europea della Protezione di Dati

Giunta alla sedicesima edizione, la giornata europea della protezione dei dati ha lo scopo di sensibilizzare e promuovere l’importanza della privacy e della protezione dei dati.

La data scelta coincide con quella in cui cui la convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei dati, nota come “Convenzione 108”; essa svolge un ruolo fondamentale nel diffondere il “modello europeo di protezione dei dati” a livello mondiale e viene utilizzata come fonte di ispirazione dai Paesi che intendono adottare nuove normative in materia di rispetto della vita privata od armonizzare quelle già esistenti con gli standard internazionali.

In occasione della giornata internazionale si svolgono conferenze ed eventi divulgativi mirati alla sensibilizzazione e alla ricerca sul tema della privacy dei dati e loro trattamento, indirizzati a enti di ricerca, istituzioni pubbliche, aziende e cittadini.

Infatti, purtroppo, a tutt’oggi ancora troppe persone non conoscono i rischi associati alla mancata o errata protezione dei dati personali e i propri diritti in questo ambito. Ancora in tanti non sono completamente consapevoli di ciò che possono fare per tutelare la propria riservatezza e come attivarsi quando ritengono che i propri diritti siano stati violati.

Quindi, un’occasione in più per far tesoro dell’attività divulgativa, di importanza imprescindibile, per pervenire (o almeno sforzarsi) ad un sufficiente grado di consapevolezza di ognuno per il beneficio di tutti.

Per comprendere la dimensione del problema della protezione dei dati nella sua interezza può essere di aiuto sapere che nel 2021 in Europa sono state comminate sanzioni per la violazione del GDPR per 1 miliardo di euro, 80 milioni dei quali all’Italia che si trova sul “non invidiabile” podio – seppur al terzo posto – per multe complessive ed al secondo posto in Europa per numero di violazioni, con 83 interventi dell’Autorità Garante.

Insomma, siamo ancora troppo lontani dal creare una cultura del valore della privacy e se con il trascorrere del tempo il passaggio culturale assume carattere di urgenza, parallelamente si moltiplicano le tipologie di attacco sempre in evoluzione.

Si assiste, così, ad un crescente numero di malware (installazione di un software dannoso che si attiva quando un utente fa clic su un collegamento o un allegato dannoso), di ransomware (accesso ad un sistema che, una volta infettato, blocca l’accesso ai documenti da parte del Titolare a cui viene chiesto un riscatto), di smishing (finti istituti di credito o uffici postali chiedono informazioni finanziarie personali come il numero di conto o quello della carta di credito)…

Essere attenti e sempre aggiornati sui temi della protezione dei dati e della sicurezza informatica non è soltanto una questione di “educazione digitale” ma di tutela preventiva che pone al riparo da più onerose e spiacevoli conseguenze.

Prevenire è meglio che curare. Sempre.

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