L’Unione europea lo considera il documento più importante dell’intera legislatura.
Si tratta di una visione antropometrica di uno strumento che sarà fondamentale nei prossimi anni.
E’ dall’aprile 2021 che l’UE sta lavorando al cosiddetto AI Act, un primo quadro normativo sull’Artificial Intelligence, approvato ufficialmente il 13 marzo 2024 e per cui si attende domani la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e che è, senza dubbio, il testo normativo più avanzato al mondo sul tema.
Entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE, quindi il prossimo 2 agosto ma, come è avvenuto per il GDPR inizierà ad applicarsi 24 mesi dopo l’entrata in vigore, salvo alcune eccezioni.
Infatti, si applicheranno a partire da 6 mesi dopo l’entrata in vigore i divieti relativi a pratiche vietate; si applicheranno 9 mesi dopo l’entrata in vigore i codici di buone pratiche mentre, le norme sui sistemi di IA per finalità generali, compresa la governance si applicheranno 12 mesi dopo l’entrata in vigore e solo 36 mesi dopo l’entrata in vigore gli obblighi per i sistemi “ad alto rischio”.
L’Artificial Intelligence ha acquisito un ruolo centrale nella trasformazione digitale del nostro mondo già da alcuni anni influenzando, inevitabilmente, un sempre maggior numero di settori. Il che ha reso sempre più non solo necessario ma anche urgente la regolamentazione della tecnologia, che per sua natura (ovvero per la capacità di prendere decisioni e auto-apprendere) porta con sé implicazioni etiche tanto importanti quanto delicate.
L’obiettivo dichiarato del Regolamento AI ACT è, dunque, assicurare che i sistemi AI utilizzati all’interno dell’Unione Europea siano completamente in linea con i diritti e i valori dell’UE, ovvero, in grado di garantire il controllo umano, la sicurezza, la privacy, la trasparenza, la non discriminazione e il benessere sociale e ambientale.
La regolamentazione delle applicazioni di intelligenza artificiale è un passo fondamentale per trovare il giusto equilibrio tra innovazione tecnologia a protezione dei diritti umani, necessario per garantire un utilizzo responsabile e sicuro di questa tecnologia che deve essere un “alleato” per assicurare un ambiente digitale sicuro ed etico per tutti.
Vengono in mente Le tre leggi della robotica ideate da Isaac Asimov nel lontano 1942, ovvero:
- Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
- Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
- Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
Vedremo se e quanto di questa visione sarà presente nel testo. Non ci resta che attendere la pubblicazione ufficiale per iniziare a leggere il corposo testo che si compone di 420 pagine (tra articoli, “considerando” ed allegati) alle quali in nostro Garante ha fornito tre importanti contributi, con altrettanti rilievi in materia di informativa e consenso dell’utente, verifica età minima (infra tredicenni) ed idonea base giuridica per il trattamento.
Un’attenta lettura ed uno studio approfondito non potranno che darci uno strumento ulteriore per restare al passo con i tempi che stiamo vivendo e che stanno trasformando in maniera importante il nostro vivere quotidiano.
Prevenire è meglio che curare. Sempre


